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PIERO LEONARDJ
(11,,11.,
l Ca!>tellieri della Venezia Tridentina
Quando i Romani risalirono le valla t e Alpine per estendere il
loro dominio sulle popolazion i dello Rezia (Genouni. Venostes, Isor·
ci. Breunì; ecc.) dovettero superare non lievi difficoltà nel l'espu·
gnare i numerosi for tilizi che coronavano le sommità dei colli fian cheggianti le principali vie di comun icaz ione.
Arces tremendis Alp'ibus impositas chioma Oraz io questi for ti ·
li zi nello suo ode o Druso, il conqu ista tore dell'Alto Adige (1) e da
questo s tesso citazione risu lto chiaro l'icnpressione che essi dovettero esercitare sugli invasori romani.
Lo fondazione di insediomen t i umani sui colli dello regione
sembro risalire o tempi abbastanza lontani, all'Età del Bronza o
addi rituro all'Eneolitico, ma quest e cu lture più an t iche sono rappresenta te piuttos to sca rsamente ne lle s tazioni preistoriche atesine, mentre ci sono orma i perfetta mente note le cara tteristiche degli abi ta t i dell'Età de l Ferro e dell'Età romano.
I vi llaggi fQrt ificat i di cu i s tiamo parlando, sono chiomati
castellieri con uno denominazione che risale abbas tanza indie t ro nel tempo, poichè lo troviamo -variamente altuat a, ma sem pre facil men t e riconoscibi le- nei vari dial etti dell o regione : costelir, coslir, costlier, costelor, castel era, costelot, costi n, castion,
cosloc, castelos, costcl pagano, geschlir, schleier, ecc. Analogo si ·
gnificoto ho il t ermine tedesco Burgstall , dal quale derivano, anche
(11
D,u IUl Ge naunol , imploddum gcnUI
Il.eunosqu • .,eloen d Q,eel
Alpibui impolitol " emendil
De ieei, ~,. (od e 14 .~ Nov. IO 5eog.L
-
85-
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2
P. l ,EONARDI
in zone italiane, come ricordo d i popolazioni nordiche immigrate,
le denominazioni pure abbastanza diffuse di Postol, Postel, Postal,
Bostel. I motivi che hanno spi nto gli an t ichi abitatori della Venezia
Tridentina o porre i propri in sed iamen ti su llo somm ità dei colli sono faci lmente intu ibi li.
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Fig. 1. -Sch in o lopogrofico del cos!elliere d i S. Pie tro di Fie (Volsi. (Ri lievo del!'
autore).
·Innonzitulto lo necessi tà di de fenders i dog li attacchi di popolarisol to che fino alla conquis to roma na le popolazioni re tiche erano tutt'ol tro che omog enee e pacificamente conv iventi- sia m igran ti da l nord o dal sud;
e probabilmente anche dalle belve (orsi, lupi, ecc.) che infestavano
le selve circostan ti.
zion i nemi che, sia indigene confinon ti -
Ma poi anche lo magg iore solubritò delle. posiz ioni elevate,
tenendo presente che specialmente nelle valle del!' Adige il d ivagare del fiuma sul fondo a lluvional e dovevo dar origine a zone pol us-
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I CASTELLIERI DELLA VEN!::ZIA TRIDENTINA
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tr i tutt'altro che propizie all'insediamento permanen te. Del res to
lo costruz ione dei cen tri a bita t i in posizioni dominanti non è esclusivo delle popolaz ioni atesine e si può di re che ta le usanza è
assa i diffu so in tutte le regioni mon tagnose e collinose del bac ino
mediterraneo dalle rive dell'Asia m inore f ino allo st retto di Gibil -
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Fig. 2.- Pio nlo del coslelUere Valnelsch-Kol zenlocherbuhel
(R ilievo di Giorgio Innerebner j.
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Castelrotto.
t erra, particolarmente nel periodo di Lo Tène, ma anche in epoche
anteceden t i.
Bas to pensare ai castellini dell' ls tria, della Balcania e dello
Liguria, ai Cast e!lars della Francia meridionale, e a i nume rosi C OI -
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4
P. LEONARDI
t illares, castellares, c:o$tillitos e cQstellets dello Catalogna e de l]'
A ragona (2) che presentano tutt i s traordinarie analogie con i nostri vi lloggi fortifica ti della Venez ia Triden t ino (fig . 2, 3 e 4).
Come si è detto i cas tell ieri sono frequenti sopra tutto sui colli
che fiancheggiano i fondivolle, i n posi zioni che dominavono le li-
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Fig. :I.-Pion la del Costelliere di Yor>doies d i Sollo (N iedervintll . (Do Adrian Eg -
ger, 1941 1.
nee di comun icazione. Essi sono qu indi frequenti soprotu tto nelle
voliate principali dell'Adige e dell'l sarco, e parti colarmen te nello
conco di Bolzono, e nell'Oltreadige, che nell' Età del Ferro risultano densamente abitati .
(2} Colgo l'occosione per far rilevore lo st raord inoria somigliom:a d i ale",nl
vas; finili del cas telliere tren tino del Do! Zelòr, con analoghi vasi rinven",U in
ole",n; insedklmen ti preistorici dell a regione d i Volencio ri feribili 01 periodo d i l o
Time.
Vedi: I. BAllESTER TORMO: "UI'\(I$ cerÒl11icos intere50ntes en el Volle de
Albqldo", C",It"'ro Vol enciono, III , c. O 3 / "1, Volencia, 1928, fig. 7,1 e fig. 9.
-
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I CASTELLIE RI DELLA VENEZ IA TRICENTINA
5
Non mancano però numerosi esempi di castell ieri anche nelle
valla te latera li (Val d i Non, Val di Cembro, Val d i Fiemme, Pusteria), e perf ino nelle volli più prossime 0110 sportiocque a lpino.
Fino o pochi anni or sono si ritenevo che questi fortilizi preistorici non ontrepossossero però uno certo altezza aggi rantesi su i
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Fig. 4. -Pionto d el cos telli ere erurnefwond pre5SO Co..nedo (Karneid). (Rilievo di
Giorgio Inn erebne r) .
1.O metri. In realtò le più recent i scoper te, confermando le leggende lad ine che parlano di an t iche popolazioni di postorl e di
guerrieri abi tanti sugli altipiani dolomitici e sulle montagne dell'
Alto Adige, ci hanno dimostralo che insediamenli preistorici e prolostorici di questo tipo avevano raggiunto anche le cime di monto-
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P. LEONARDI
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gne abbastanza elevate, quali lo Rocco (m . 2439) (fig . 5 e 6) tra
Bolzano e lo Val di Fiemme e il M del Pascolo (m . 2439) che domino lo conco di Bressanone.
Evidentemente Questi insediomenti così elevoti, quando non
avevano un signifi cato religioso, come il luogo di culto del M. Castello (Burg stall, m . 25 10 ) nello Sc ilior, che però non presenta al cuno traccio di vallo o di costruzioni, rappresentavano luoghi di ri ·
fugio per le popolazioni degli a ltipian i so tlos tonti in t empi cal a m itosi per lotte fra tribù e invosion i di popoli, e probabilmente venivano anche in tempo di pace come posti di vedetta e di segnalazione medi an te fu ochi e altri mezzi ott ici.
I fuochi che ancarQ oggidì vengono acces i sull e montogne delle
Humus
I?llil
Terra scura carboniosa con restI
culturali
Terra sabbiosa giatlastra
Roccia podlrlca
Fig. 5.-Profito 5C hemol ico Nord-Sud del cos lelliere del M. Rocco. Il nord è a d esIra.
(Disegno dell'oulOfe)
vallate t rentine 0110 vig ilia di qualche gronde fes ta religioso (per
esempio in Val di Fiemme oHo vigilia del!' Assunz.ione) derivano con
ogni probabilità do questi fuochi preistorici accesi sulle cime o
scopo religioso o di segna lazione.
Fino od oggi sono s tate segnalate nella. Venezia Tridentina,
specialmente in Alto Adige, alcun e centinaia di questi caratte ri stici villaggi forti fica ti. Il solo Ing . G. Innerebner oHa cui gentil ezza devo al cune delle piante e delle fotografie qui riprodotte, ne ho
finora individuati oltre 400.
La configurazione del Castelliere è a ssai cara tteris t ica: lo sommità dei dossi meno facilmente accessibili è ci rconda ta do un muro
d i larghezza abbastanza rilevante (normalmente più d i un m e tro,
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'RILIEVO TOPOGRI\F!CO DEL CASTELLIERE
DEL MONTE ROCCA (M.2.m)
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8
P. L,EONARDI
o Galdo fi no a m. l '75) e di altezzo va riabile. Le pie tre sono di
grossezza assai vario: talora si hanno veri e propri mur i con g rosse pietre (fino o un me t ro e mezzo d i lunghezza) regolarmen t e 50 vropposte le une alle ol tre, come od esempio nel Jobenbuhel sopra
Mon t icolo (fig. 7); in al tr i cosi le pie t re sono a nche abbas tanza
minu te e si dovettero avere piuttosto dei volli d i sassi misti o te rro
piu ttosto che ve re e proprie m uro.
... •• Muri strat if iccHi
'1st Rfsti cll' i valli
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Fig. 7,"
Lo molto per lo più è assen te e si tro to d i mur i O secco, ma non
ma ncano esempi di cast ell ier i con m ura le cu i p ie tre sono connesse
do molto biancast ro piu ttosto scaden te.
Talvolta il vallo peri fe rico ci rcondo de l tu tto l'i nsed iamento,
ma abbasta nza frequentemen te esso è invece incom pleto, quando
su uno o più lo ti del colle pare t i scoscese costitu ivano uno di feso
nat urale. Viceversa i lo t i pi ù facilmen te occesibi li sono spesso di·
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I CASTELLIERI DELLA VENEZ IA TR IDENTtNA
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fesi da due o più volli successivi più o meno concentrici e talora da
fossa t i, e non moncono in vari cosi, attorno al valle principa le, a
quota più bossa, piccol i valli semicircolar i e varia me nt e adottati
alla morfologia del colle, rispondenti od avamposti , che richiama no
concetti dello fortificazione moderna.
In alcuni cas tellieri vi sono indizi di torri o pian to circola re o
quadrata, collegale colle mura periferiche o isolate al cen t ro dell'
insediamen to.
Fig. B.- Capanno loppone di romoglio e zolle di torba, che può dare un'ideo dello
stru tt uro dell e capanne o base circolare dei castellieri. (Do H. A. Berna!·
z ik, 1935).
Lo stato di conservazione di quest i volli è assai vario. In qual .
che coso si hanno tratti di muro ancor ben conservat i che si alzano
per qualche metro sullo superficie del terreno (Tav. Il, fig s. 1·3).
Ma più frequentement e l'azione degli agenti atmosferici o l'opero
dell'uomo hanno quasi completamente demolilo le opere murorie
losciondone sussistere solo dei cardani di pietrame sconnesso ---<:0·
me od esem pio nell caste lli e re dello Rocco (Tov. I, fig . 3) e in quel·
lo tuttora ined ito del M. Cas tello (Bu rgsta ll) sopra Ponte Novooppu re le sole fondaz ioni appeno affioranti dal suolo, come su l colle
di S. Pie t ro a Fiè (Hg 1).
Non s arò mol e acce nnare qui, o proposito di ques t'ultimo cos ·
telliere, che molto spesso sulla sede di questi anti chi abi tati ven ·
nero cost ruite fortificaz ioni romane, barbariche O medioevali (si
veda od esem pio il Costel feder presso Oro in Val d'Ad ige) (Tov.
I, fig . )) o ch iese, per lo più dedicate o S. Pie tro, u tilizzando i ma·
teriali delle murag lie prei s toriche e causandone quindi IO piu O
meno tota le sparizione.
-
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lO
. P. LEONARD I
In a ltri cosi lo distruzione dei volli è dovuto all'utilizzazione
delle pietre da parte dO!i contadini per costruire i muri o secco che
delimitano i pascoli e le culture. Ciò è avvenu to od esempio --o
Quanto mi assicurano gl i abi tanti del posto-- su l Dos Zelòr in Va l
di Fiemme, su l quo le restano ben sco rse trocce dell'originario volla
perimet rale.
Le abitazioni in generale erono mol to primitive. Ve ne sono di
vari ti pi, o pian to quadrangola re e o pianto circolore o ellittico. Le
pri m e ovevano per lo più una base in muraturo di pietre con o sen ~
zo mol to ed erono costru ite per il resto in legname a naloga mente
a molti fienili a ttuali dello zona (ba ite ) con i qua li ques te a ntiche
abitaz ioni dovevano avere molti pun ti in comune (Tov. II I, fig . 3).
Fig. 9.-CovoH ino di bronzo con iscrizioni dell o stlpe votivo di Sanzeno. (00 G.
Roberti, 1950).
Non manca qualche esempio di vere costruz ioni in muro tura. Presso Br·essanone ne furono ri nvenute alcune de llo base di m. 5-8 per
2 e con muri che roggiugono l'altezza di m . 1'70. Qualche vol to
esse erano apoggiote con un lo to c lio roccia, che risulto inciso in
corrispondenza (Tov. III, fi g. 2) . Le dimension i sono varie. Quelle
do me scava te sul Dos Zelòr presentano de 3 o 5 me tr i di loto.
Le capanne a pianto circolare per lo più non hanno base in mu ra lura, ma erano semplici buche scovate nel te rreno ricoperte probabilmen te do un tetlo conico di rami e frasche, e presentano notevoli analogie con i classici "fondi di capanne" di molti insediamenti preistorici dello pianure veneta e padana. A questo tipo op-
•
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CASTELLIERI DELLA VENEZIA TRlDENTINA
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partengono le abi taz ioni del piccolo castelliere dello Rocco (Tav.
III , fig . 1). Esse dovevano presentare notevoli analogie con certe
capanne attuoli della Lapponia (fig. 8).
I vari tipi di capanne risultano talora associa t i. Nei tempi più
antichi le abitazioni erano tutte comprese en tro il volla. Ma coli'
aumen tare de lo popolazione lo sommità dei colli non fu più sufficien te o con tenere l'abitato, e ques to si espanse sui ripiani e sulle
pendici circostan ti, dimodachè il castelliere vero e proprio venne o
rappresentare soltan to il ricovero in cui si rifugiavo lo popolazione
in coso di pericolo. Un tipico esempio ne è l'insediamento del Dos
Zelòr in Val d i Fiemme, in cui il castelliere sullo sommitò del colle
risponde appeno od un quarto dell'areo raggiunto dal villaggio in
epoca romano.
In generale questi caste ll ieri venivano cost ruiti in prossimità
di sorgenti o ruscelli in maniera do po ter disporre perennemen t e
del prezioso elemento. Non mancono però esempi di cavi tà naturali o artificiali nell'ambi to del volla, che eviden temente dovevano
servire per roccogliere l'acqua piovono in tempo di assedio.
•
Non ci sono noie frequentemente le necropofi dei vari cas tet lieri, dimodochè abbiamo notiz·ie meno abbondan t i di quanto si
posso ritenere sui riti funebri delle relative popolazioni. A ciò si
aggiungo che in generale le sepolture preistoriche e protostoriche
atesine sono assai poW!re di corredo, dimodochè spesso non ne è fa ci le il riferimento cronologico.
Nelle necropoti riferibili 0110 popolazione vene to prevale il rito
dell'incinerazione . I res ti dei cremati venivano deposti in piccole
ciste di las.lre di pietro oppure in vasi di terracotto. Uno dei più
classici esempi di necropoli con sepolture di incinerati è quella scoperto o Monguelfo in Pusteria, che comprendevo 25 sepolture.
Non mancano però esempi di sepolture secondo il rito dell'i nu mazione, che va anzi diffondendo5i nella regione verso lo fi ne del
periodo di Lo Tè!1e e nel periodo romano. Citarò il classico esempio
de llo sepol tu ra doppio di Stufon presso Ortisei in val Gardena (Tav.
IV, Hg . 3) e della piccola necropoli di Costello di H .:!mme (fig . lO)
(via Avisio) e di Cavalese (via Pasquai), quest'ultima .riferibile al
IV secolo d . C.
In Cjues te necropoli gli inumati sono distesi supini con le brac cia di stese lungo il corpo o incrociate' sul tronco.
Dello religione degli abi tatori dei castellieri, e in generale delb
regione atesina abbiamo testimonianz-e abbastanza notevoli e spes -
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P. l.fONAROI
so molto suggest ive, che trovano riscontro nel substrato di alcune
t ra le più poetiche leggende ladine.
La più caratteristico è certamente costituita dalle famose statue -mznhir, (Tav . IV, fig. 4-5) che scoperte dapprima o Lagund:::l
(Algund) e a Termeno (Tromin), sono stat e recentemen te rinvenute oncl-re presso Bolzano (3) .
•
Questi importantissimo repe rti, che venivano t empo addielri)
riferiti all'Etò del Bronzo o addirittura all'Eneolitico, sono attuol·
mente - più a ragione e parer nostro-- attribuiti all'Età del Ferro
o 01 massimo 01 periodo di t ronsizion'e tfO Bronzo e Ferro.
Vanno poi r icorda te le abbondon t i 91ipi votive, costitu ite do
oggetti fittil i o met a ll ici. T ra quest'u l tim i VOnr'lO ricordati i piccoli
Fig. le. -Scheletro dello piccolo necropoli dì Costello (Val dì Flemme). Il cranio
ero stato osportoto do .... no scovo precedente.
•
bronzi con in teressanti iscri zioni di Sanzeno (fig. 9) e do migliaio
di anelli bronzei scoperti nel 1831 presso S. Maurizio (Moritzig) in
prossimità di una sorgente sulfurea.
Tra gli anlichi santuari dello regian2 atesino merito un cenno
particolare quello, già citato, scoperto su llo sommità del M . Costello (Burgstall ) nel gruppo dello Sciliar, per lo suo quoto eccezionalmente elevato di m. 2.5 1O s. m ., in cu i vennero riscontra le indubbie test imon ianze di r iti religiosi consistenti nell'accensione di
enorm i rogh i, su i quali ven ivano bruciati animali per lo più doma:itici, e in libagion i con caratteris l ici boccoli rost rati (Tav. V, fig . 6).
Secondo G. Inn2rebne r uno no tevole tes timonianza dello reli gione al toatesino de'Età del Ferro sarebbe costitui to da l castelliere del Jobenbuhe l presso Mon t icolo, il quale in realtà non rappresen terebbe un fortilizio, ma un luOgo di culto .
Infatti il muro perimetrale oltrechè essere cos tituito con eccezionale perizia tecnico (Tav. Il, fig . 1), presento uno s tranissimo
•
131 Debbo Quest' .... lt imo segnolo1.ione 0110 cor tesia del Pro '. Rmmo, direllore
del Museo Civico di 8ol1.ono.
-96-
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I CASTELLIERI DELLA VENEZIA TRIDENTINA
13
pian to, con un prolungamento, uno specie di via d'ingresa fianch eg ·
giato do mu ro, il cui asse nel Irotto inierno indico il punto dell a
levato del sole n2 1 solstizio inverna le, e nel trotto esterno mostro
lo corrispondente direzione del tramon to (fig. 7).
Sembro del resto, sempre secondo G. Inne ~ bne r , che l'ostrono ·
mio -probabilmen t e in relazione col culto- fosse già alloro col ti'vota , e che esso abbia de "~rminoto, anche in al t ri cosi, part icolari ori-en tomenti delle opere murarie o addirituro lo scelto del lua
go d'insediamento de i castellieri.
Fig. I I . -Elmo in feno di t ipO celtico rinvenuto o S. Mou, l:. io. IDa P. LoviO"..o.
Zomboni, 1(38).
l! probabil e che abbiamo in relazione con rit i religiosi le fre quenti coppel le tuttora conservate sulle superfici rocciose l-evigate
dai ghiacciai o su mossi isoloti, 2 cert i canaletti, pure incisi sullo
roccia, che ·non raramente sono collegati con le coppe ll e.
Meno chiaro è il signi f icato di alcuni p,~trog1i t i, che pur non
raggi ungen do neanche lontanoment e lo ricchezzo e lo eleganza di
quelli de llo Val Camonica, sono sta t i segnalati qua e là nello V olle
dell'Adige e nelle volli vicine.
Ricorderemo tra ques t i gli strani grafiti rami ficot i do me scoper ti nel Das Zelòr in Val di Fiemme (Tov . IV, fig . I) e quelli u ltimam ente individuoti pure do me nelle ad iac:mz e del Cas telfeder
presso Mon tagna in Val d'Adige (Tav . IV, fi g. 6) .
Circo lo vito priva to e le usanze d~i costricoli a tesin i lo s tudio
dei materiali provenienti do casuali rinvenimen ti e sopratulto do
scovi regolari ci fornisce dot i abbas tanza abbondanti e precisi.
-
91-
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14
p, t.,EQNARDI
Lo suppelle ttile sia fittile che metallico rivelo un livello culturale notevolmente elevato, specialmente nella secondo Età del
Ferro, nelle vallate principali (Valli dell'Adige e dell' lsarcol e nell '
Anaunia (Val di Non), che per lo suo grande fer tilità e per lo SU;)
posizione o cavallo di uno linea di comunicazione ossoi importante
nello preis toria e prctostoria tra lo Lombardia e lo conca di Bolza -
no, dovevo godere di un granae benessere.
Fig. 12. _ Ri cos tru:;ione dello cisto figurato di bronzo
100 P. Lo vioso Zembo!", 1938).
loml ~o lO
di S. Ma uri zio.
Lo ceromica della seconda Età del Ferro raggi ung e una perfe zione tecnico assoi notevole e uno eleganza di sagome 'c di ornati
veramente deliz iosa nei suoi tre tipi fondamentali di Sanzeno (f ig .
13). di Meluna (Tav. V, fig . 5) e di Luco (Lauge n). Ques t'ul ma tipo di ceramico, derivante del secondo per gradual e evoluzione, pe r lo fil")!!zza dell' imposto buccheroide e per lo nobtltò d211a
conformazione e degli ornati raggiunge un livello veramente ele vato (Tav. V, fig . 6).
-
98-
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I CASTELLIER I DELLA VENEZIA TRIDENTINA
15
Anche lo recnico dei metalli si dimostra assai progredita fin
dall'Età del Bronzo con utensili enei vari (coltelli, rosai, aghi, crinali, armille), ma sopra tutto con le oscie od alette, con i pugnali
e con alcuni magnifici esemplari di spade (noto sopra tutte quello d i
Siusi ), che però non è afatto escluso vadano in porte riferiti 0110
la Etò dl!1 Ferro per il ben noto fenomeno dell'attordamento cultu rale nelle valli alpine.
Nell'Età del Ferro, e specialmente nel periodo di La Tène i ma nufatti metallici (fibule tipo Certosa e Lo Tène, pendagli, ascie,
aghi, armille, ecc .) divengono particolarmente abbondanti e pre gevoli, e comprendono -fra l'allro--, alcune ciste e situle in bron-
Fig. 13. -Vasa fittile di Sanl.cna. (Da P. la ... i~-ZQmbon i , 1936).
zo laminato e lavorato o sbalzo che presentano strette analogie
con famosi e.gemplari delle culture atestino ed et>rusco, ed hanno
un enorme interesse anche dal punto di visto documen tario p!r i
costumi e le scene che rappresentano (fig. 12) .
Gli scavi compiuti recentemente ci donna notizie anche sulle
abitudini culinarie dei castricoli atesini. Nelle sta zioni preistoriche
abbondano le osso di animali, per lo più spezzate, evidenti rifiuti
dei posti. Tra gli animali rappresentati prevalgono nettamente i
domestici (pecora, copro, bue, maiale) ma non monco qualche rappresen tanza dei salvatici, consisten te per lo più in osso o corno di
cervo e d i stambecco.
Risulto dunque eviden te che le' popolazioni atesine dell'Età del
Ferro praticavano su largo scolo ,'allevamen to del bestiame, pur
-
99-
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16
P. l'EONARDl
non trascurando lo caccia ai nobili abitatori delle selve e dei
monti.
Circo l'epoca di fondazione dei castellieri abbiamo ancora ben
scarsi dati, perchè finora sono pochi i castellieri nei quali sono stati fotti scovi m etodici con criteri strot ig rofici .
Come abbiamo già accennato, i più antichi insediamen ti umani nella Venezia Tridentina sembrano risalire a lmeno all'Eneolitico. Ma non ci sono elementi precis i per stabilire che i cara tterist ic i
villaggi fortificati di cui ci st iamo occupando risa lgono o quest''èpoco. Si può invece ritenere abbas tanza fondota lo convi nzione ohe i
più anti chi castellieri siano stoti fondati nell'Età del Bronzo, in
quanto nei res ti cul turali rinvenuti in alcuni insediamen ti d el gene·
re figurano alcuni repert i - sca rsi a dire il vera- ch e tipo!ogicamente sono riferibi li all' Età sudde tto (4) .
Lo maggior porte però delle opere murori e e dei resti culturali
dei castelli eri sono riferibi]j all'Età de l Ferra e sopra tut to 01 periodo di Lo Tène, e lo assaciozione - constatata anch e da me pe rso·
na lm en te- di monete romane de l periodo impe riale (fina 01 IV
secolo) a i res ti culturali del III periodo Lo Tène nei fond i d i capanne di alcuni castelli eri (Tav. V" fig . 5-6) d imostro che qu esti inse diomenN prosperarono conservando lo cultura ind igena fino a i primi secoli d. C.
Non in frequentemente i rest i dei castell ieri presen tano tracce
indubbie di incend io, e mostrano che l'insediamen to ha avuto fine
con catastrofi de l genere, mancando tes timonianze cu lturali dei
secoli successivi. Per esempio sul Dos Zelòr, in cui tutti i fond i di
ca pan n~ mostrano uno strato di ca rboni, evidente prodotto del crollo dell e soprastrutture lignee carbanizzote, non c'è alcun repert:l
a ttri buibi le a secoli successivi 01 IV d. C.
In altri cosi, come giò si è accennato, ag li oppido romani, che
già si erano sovrapposti a i castellieri preistori ci, successe ro forti lizi barbarici e costelli medioevali , pe r lo cui cost ruzione vennero
utilizzati i materiali dei volli -preistorici .
Non si honno ancoro idee molto chiore sulle popolazioni cui sono dovuti i Costelli eri dello Venezi a Tridentina e che hanno cer tamente appartenuto o stirp i d iverse nel corso del tempo.
(4) Ancne o questo proposito è bene però tener presente il giò occenno to fenomeno dell'ollordomento culturole. in conseguenzo del quole non si può ollribu ire o questi ri t rovoment i u n volore ossolut o.
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I CASTELLIERI DELLA VENEZIA TRIDENTINA
11
AI subs lralo originario schiettom·: le m : iterroneo con eviden ·
m
d
ti influssi delle civi ltà polafitticolo e terramaricolo della pianura
pedana, si savrapposero successivamente -tralasciando minori
ondate m igrotorie- più o meno chiaramente conosciute, come
quel la che ci ho lasciato i ben noti "compi di urne" (5).
Vene ti e Ga lli, i quali, più o meno amalgamat i tra loro e con
il sudde tto substrato, vennero o cos tituire 0110 fine dell' Età del Ferro
--01 periodo cu lm inan te dello sviluppo dei castellieri- una popolazione piuttosto et erogeneo che viene comunemen te indicata con
lo denominaz ione di Reti, nello cui cultura risul tano ossimi loti, ta lora con no tevoli attardamenti, e ,i elaboro ti in fu nzione dell e ca··
rolteris t iche a mbien toli, elemen ti propri delle successive onda t e
cu ltu rali, e di popolazioni fi nitim e (fig. 11) .
Le nostre conoscenze su ll e antiche popola zioni della Venezia
Triden t ino ri mangono tuttora alquanto locunose, doto che fino od
oggi g li s tud i si sono lim ita t i per lo più a ll'esame di ma teria le raccol to casua lment e.
!: sperobil e che vere campagne sistematiche di scovo, condo tte
con severi criteri stro t igrof ici nei numerosi caste llieri ind ividuati
nell'Allo Ad ige e nel T rentina, ci consentano di risolvere i numerosi problem i che rimangono a ncora insaluti 01 riguardo di queSit i caratterist ici insediomen t i preistorici e protostorici dell e Al pi T rident ine.
151 Secondo recenti $100' onche questo ondolo migro lorio dell'Etò del 8ron10
medio-$uperlore sarebbe riferibile oi Vene li.
Vedi; G. B. PELLEGRINI : " A ptoposito dei Veneli" , pag. 3 dell'eslr.
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10 1 -
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18
P. LEONAR DI
B CB L I O G R A F [ A
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I CASTELLIERI DELLA VENEZIA TR IOENTINA
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De r Hexcnstei n b! ; Te . ento im Pust erlole- ein Be ilrog ",.. Kund e der
861
Schole nsteine; ibid. 193"1.
871 WIESER . ........ P.o ehisto.ische Wollbu.gen und Ansiedlunlil en bei Se is und Kas_
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881 WOLFF, K. F. - Gça.g [ .. nc. ebne.s Wollburg on _ We . k; Der Schl ern. 1950
641
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LEONARDI .-Cal tellie ri dello Venezia TridenlinG
lAM . I
, - --
I - Vcd!.lta del Cos lel lcd er presso Ora in Val d ' Ad ige. FaI. P. Leonord ,.
2 . -1i Dos Z elòr pre~50 Cos tella in Voi d i Fiemme (Trenlino) . Fa I. P. leonord i.
_.- Rest i di muro del cast elli ere de l M. Rocca (m. 2439 s. m .). Fot . P. l eonard i.
4 . - Pendoglio d i bronzo del Dos Zelòr.
[page-n-106]
LEON AROL_ Calte Ui e, j dell a Ve nn ia T , ide ll t ina
LAM. II.
1
5
I. IV .. a del cas tell iere Jabenbu hel pr~sa Mon licala jAlto Ad Ige!. Fot. G.
Inneleboer.
2. MUlo del cas lelllere S,",chkopf pr~so Merano (Alto Adige!. FaI. G. Innerebner.
3. Muro del castell iere di Lambrechl presso AppIano (Alto Adig e\. FaI. G.
Innerebner.
4.- Pcrle d , cotl ano del Dos Zelor (Trl1ntino l.
5.-Flbul a romano di bronzo del Dos Zelòr.
[page-n-107]
'J<;llaZ soO '0110:> DJJal 1,.11 O!Op:l1 ap osad- '!;;
'(OU!I UilJjj J<;llaz scO lap ouow o oU!lnw 'p o IUaWWOJ::I- ' v
'iPJDU0iI1 ' d "\0::1 "au,!J. 01 'p opo,jad lau pawa l SoJ iap iUO!Z
-0l!qD allap oapi,un aJop <;lnd a..,p '(a6!PV o l IV ) ou6op,,~ ossaJd ol iDa- "E
'!P,OUDa-; "d "\0::1 "(oU !IUaJ.l) J<;llaZ sOO lap DUuodo:> iP 0PlJo::l - "Z
"!P,DIJO", "d "1°::1
'(6EvZ "Wl 0:>:>01:1 "W l''P "Ja!lIa ISOJ l''P omw !P !ISilJ " "UlJodDJ iP !pu0::l- "I
s
'III 'W"'1
[page-n-108]
LEONARDI ._Costelli et. dello Venni. Trldentino
.-Pelroglifi del 005 Zelo, (Trent ino)_ Fot. P. Leonardi.
2.--Coppelle sul fondo di Una capanno del Dos Zelor. Fot. P. Leonardi.
3.- Doppia sepoltura di Stufan in Val Gardena. Da V. Filippone 1942.
4.-Slalua-menhir di Lagundo pressa Merano. Do P. Lav;osa Zambo!!; 1938.
5.- Slolua-menhir d i Termeno (Alto Adige). Do P. Lav ioso Zomba ni 1938.
6.- Pelroglifi presso COSlelfed er in Val d'Adige. FaI . P. Leo·ardi.
LAM. IV.
[page-n-109]
U ONARDI ._ e/lilI, III,rl d, Ila VOllllla Trldonlhlll
LAM. V.
I
v
1
2
4
3
5
6
I.- Muro d'angolo del ~ a$ t elhere del M . Rocco (m. 2439). Fot. P. leonordi.
2.- Pendoglio di bro nxo del DOs Zelòr (Tren tino).
3.- 0110 fin ile del Dos ZelÒr.
4.- Voso fi!!ile del 005 Zr.lòr.
5.- Boccole fi' ''' e di Meluno IMeloun). Do P. lovioso Zomboll i 1936.
6.- Boccale buccneroide del M. CO$, ello su llo Sciliar. R i~O$ trux ione dell'ou .
lore.
[page-n-110]
,"AM. VI.
LEONARDI.-Ca, lell llrl della Venu:la Trldl ntlno
2
3
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4
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6
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9
I . -Ascio di bronzo rinvenuta presso Costello di Fiemme (Trentino l.
I.- Spada di bronzo rinvenu to presso S,usi 0110 base dello Sciliar. Do P. Lo*
vioso Zomboni 1938.
3.- Asc io di bronzo rinVenUla presso Coslello di Fiemme {Trentinol.
"'.- Fibulo in bronzo del [)os Zelòr (Trenlina).
5.- Mone lo di Costan tino rinvenu to sul Dos ZeIÒf.
6.- Moneto d i Anton ino del Dos Zelòr.
7 . -Spirole di bronzo del Dos Zelòr.
B. -Armi ll a di bronzo dello ne<:ropali di Vio Posquai o Cavalese (Trent ina).
9 .-Chiave roma no del Dos Zelòr.
IO.- Pugnaletlo di bronzo del M. Rocca (m. 2439 1.
10
[page-n-111]
PIERO LEONARDJ
(11,,11.,
l Ca!>tellieri della Venezia Tridentina
Quando i Romani risalirono le valla t e Alpine per estendere il
loro dominio sulle popolazion i dello Rezia (Genouni. Venostes, Isor·
ci. Breunì; ecc.) dovettero superare non lievi difficoltà nel l'espu·
gnare i numerosi for tilizi che coronavano le sommità dei colli fian cheggianti le principali vie di comun icaz ione.
Arces tremendis Alp'ibus impositas chioma Oraz io questi for ti ·
li zi nello suo ode o Druso, il conqu ista tore dell'Alto Adige (1) e da
questo s tesso citazione risu lto chiaro l'icnpressione che essi dovettero esercitare sugli invasori romani.
Lo fondazione di insediomen t i umani sui colli dello regione
sembro risalire o tempi abbastanza lontani, all'Età del Bronza o
addi rituro all'Eneolitico, ma quest e cu lture più an t iche sono rappresenta te piuttos to sca rsamente ne lle s tazioni preistoriche atesine, mentre ci sono orma i perfetta mente note le cara tteristiche degli abi ta t i dell'Età de l Ferro e dell'Età romano.
I vi llaggi fQrt ificat i di cu i s tiamo parlando, sono chiomati
castellieri con uno denominazione che risale abbas tanza indie t ro nel tempo, poichè lo troviamo -variamente altuat a, ma sem pre facil men t e riconoscibi le- nei vari dial etti dell o regione : costelir, coslir, costlier, costelor, castel era, costelot, costi n, castion,
cosloc, castelos, costcl pagano, geschlir, schleier, ecc. Analogo si ·
gnificoto ho il t ermine tedesco Burgstall , dal quale derivano, anche
(11
D,u IUl Ge naunol , imploddum gcnUI
Il.eunosqu • .,eloen d Q,eel
Alpibui impolitol " emendil
De ieei, ~,. (od e 14 .~ Nov. IO 5eog.L
-
85-
[page-n-86]
2
P. l ,EONARDI
in zone italiane, come ricordo d i popolazioni nordiche immigrate,
le denominazioni pure abbastanza diffuse di Postol, Postel, Postal,
Bostel. I motivi che hanno spi nto gli an t ichi abitatori della Venezia
Tridentina o porre i propri in sed iamen ti su llo somm ità dei colli sono faci lmente intu ibi li.
N
...
..~
~.':
".
:
Fig. 1. -Sch in o lopogrofico del cos!elliere d i S. Pie tro di Fie (Volsi. (Ri lievo del!'
autore).
·Innonzitulto lo necessi tà di de fenders i dog li attacchi di popolarisol to che fino alla conquis to roma na le popolazioni re tiche erano tutt'ol tro che omog enee e pacificamente conv iventi- sia m igran ti da l nord o dal sud;
e probabilmente anche dalle belve (orsi, lupi, ecc.) che infestavano
le selve circostan ti.
zion i nemi che, sia indigene confinon ti -
Ma poi anche lo magg iore solubritò delle. posiz ioni elevate,
tenendo presente che specialmente nelle valle del!' Adige il d ivagare del fiuma sul fondo a lluvional e dovevo dar origine a zone pol us-
86 -
[page-n-87]
I CASTELLIERI DELLA VEN!::ZIA TRIDENTINA
3
tr i tutt'altro che propizie all'insediamento permanen te. Del res to
lo costruz ione dei cen tri a bita t i in posizioni dominanti non è esclusivo delle popolaz ioni atesine e si può di re che ta le usanza è
assa i diffu so in tutte le regioni mon tagnose e collinose del bac ino
mediterraneo dalle rive dell'Asia m inore f ino allo st retto di Gibil -
1"
5
o
10
~o ~
I'W w.iC ~ ,",~==..====3i..........!
E .. ....
Fig. 2.- Pio nlo del coslelUere Valnelsch-Kol zenlocherbuhel
(R ilievo di Giorgio Innerebner j.
presso
,-o "
l,: 1'0
Castelrotto.
t erra, particolarmente nel periodo di Lo Tène, ma anche in epoche
anteceden t i.
Bas to pensare ai castellini dell' ls tria, della Balcania e dello
Liguria, ai Cast e!lars della Francia meridionale, e a i nume rosi C OI -
87 -
[page-n-88]
4
P. LEONARDI
t illares, castellares, c:o$tillitos e cQstellets dello Catalogna e de l]'
A ragona (2) che presentano tutt i s traordinarie analogie con i nostri vi lloggi fortifica ti della Venez ia Triden t ino (fig . 2, 3 e 4).
Come si è detto i cas tell ieri sono frequenti sopra tutto sui colli
che fiancheggiano i fondivolle, i n posi zioni che dominavono le li-
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Fig. :I.-Pion la del Costelliere di Yor>doies d i Sollo (N iedervintll . (Do Adrian Eg -
ger, 1941 1.
nee di comun icazione. Essi sono qu indi frequenti soprotu tto nelle
voliate principali dell'Adige e dell'l sarco, e parti colarmen te nello
conco di Bolzono, e nell'Oltreadige, che nell' Età del Ferro risultano densamente abitati .
(2} Colgo l'occosione per far rilevore lo st raord inoria somigliom:a d i ale",nl
vas; finili del cas telliere tren tino del Do! Zelòr, con analoghi vasi rinven",U in
ole",n; insedklmen ti preistorici dell a regione d i Volencio ri feribili 01 periodo d i l o
Time.
Vedi: I. BAllESTER TORMO: "UI'\(I$ cerÒl11icos intere50ntes en el Volle de
Albqldo", C",It"'ro Vol enciono, III , c. O 3 / "1, Volencia, 1928, fig. 7,1 e fig. 9.
-
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I CASTELLIE RI DELLA VENEZ IA TRICENTINA
5
Non mancano però numerosi esempi di castell ieri anche nelle
valla te latera li (Val d i Non, Val di Cembro, Val d i Fiemme, Pusteria), e perf ino nelle volli più prossime 0110 sportiocque a lpino.
Fino o pochi anni or sono si ritenevo che questi fortilizi preistorici non ontrepossossero però uno certo altezza aggi rantesi su i
•
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Fig. 4. -Pionto d el cos telli ere erurnefwond pre5SO Co..nedo (Karneid). (Rilievo di
Giorgio Inn erebne r) .
1.
guerrieri abi tanti sugli altipiani dolomitici e sulle montagne dell'
Alto Adige, ci hanno dimostralo che insediamenli preistorici e prolostorici di questo tipo avevano raggiunto anche le cime di monto-
89 -
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P. LEONARDI
6
gne abbastanza elevate, quali lo Rocco (m . 2439) (fig . 5 e 6) tra
Bolzano e lo Val di Fiemme e il M del Pascolo (m . 2439) che domino lo conco di Bressanone.
Evidentemente Questi insediomenti così elevoti, quando non
avevano un signifi cato religioso, come il luogo di culto del M. Castello (Burg stall, m . 25 10 ) nello Sc ilior, che però non presenta al cuno traccio di vallo o di costruzioni, rappresentavano luoghi di ri ·
fugio per le popolazioni degli a ltipian i so tlos tonti in t empi cal a m itosi per lotte fra tribù e invosion i di popoli, e probabilmente venivano anche in tempo di pace come posti di vedetta e di segnalazione medi an te fu ochi e altri mezzi ott ici.
I fuochi che ancarQ oggidì vengono acces i sull e montogne delle
Humus
I?llil
Terra scura carboniosa con restI
culturali
Terra sabbiosa giatlastra
Roccia podlrlca
Fig. 5.-Profito 5C hemol ico Nord-Sud del cos lelliere del M. Rocco. Il nord è a d esIra.
(Disegno dell'oulOfe)
vallate t rentine 0110 vig ilia di qualche gronde fes ta religioso (per
esempio in Val di Fiemme oHo vigilia del!' Assunz.ione) derivano con
ogni probabilità do questi fuochi preistorici accesi sulle cime o
scopo religioso o di segna lazione.
Fino od oggi sono s tate segnalate nella. Venezia Tridentina,
specialmente in Alto Adige, alcun e centinaia di questi caratte ri stici villaggi forti fica ti. Il solo Ing . G. Innerebner oHa cui gentil ezza devo al cune delle piante e delle fotografie qui riprodotte, ne ho
finora individuati oltre 400.
La configurazione del Castelliere è a ssai cara tteris t ica: lo sommità dei dossi meno facilmente accessibili è ci rconda ta do un muro
d i larghezza abbastanza rilevante (normalmente più d i un m e tro,
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'RILIEVO TOPOGRI\F!CO DEL CASTELLIERE
DEL MONTE ROCCA (M.2.m)
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8
P. L,EONARDI
o Galdo fi no a m. l '75) e di altezzo va riabile. Le pie tre sono di
grossezza assai vario: talora si hanno veri e propri mur i con g rosse pietre (fino o un me t ro e mezzo d i lunghezza) regolarmen t e 50 vropposte le une alle ol tre, come od esempio nel Jobenbuhel sopra
Mon t icolo (fig. 7); in al tr i cosi le pie t re sono a nche abbas tanza
minu te e si dovettero avere piuttosto dei volli d i sassi misti o te rro
piu ttosto che ve re e proprie m uro.
... •• Muri strat if iccHi
'1st Rfsti cll' i valli
14111 Se u i a.n ti chi
JI'IMt Rupi
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Fig. 7,"
Lo molto per lo più è assen te e si tro to d i mur i O secco, ma non
ma ncano esempi di cast ell ier i con m ura le cu i p ie tre sono connesse
do molto biancast ro piu ttosto scaden te.
Talvolta il vallo peri fe rico ci rcondo de l tu tto l'i nsed iamento,
ma abbasta nza frequentemen te esso è invece incom pleto, quando
su uno o più lo ti del colle pare t i scoscese costitu ivano uno di feso
nat urale. Viceversa i lo t i pi ù facilmen te occesibi li sono spesso di·
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I CASTELLIERI DELLA VENEZ IA TR IDENTtNA
9
fesi da due o più volli successivi più o meno concentrici e talora da
fossa t i, e non moncono in vari cosi, attorno al valle principa le, a
quota più bossa, piccol i valli semicircolar i e varia me nt e adottati
alla morfologia del colle, rispondenti od avamposti , che richiama no
concetti dello fortificazione moderna.
In alcuni cas tellieri vi sono indizi di torri o pian to circola re o
quadrata, collegale colle mura periferiche o isolate al cen t ro dell'
insediamen to.
Fig. B.- Capanno loppone di romoglio e zolle di torba, che può dare un'ideo dello
stru tt uro dell e capanne o base circolare dei castellieri. (Do H. A. Berna!·
z ik, 1935).
Lo stato di conservazione di quest i volli è assai vario. In qual .
che coso si hanno tratti di muro ancor ben conservat i che si alzano
per qualche metro sullo superficie del terreno (Tav. Il, fig s. 1·3).
Ma più frequentement e l'azione degli agenti atmosferici o l'opero
dell'uomo hanno quasi completamente demolilo le opere murorie
losciondone sussistere solo dei cardani di pietrame sconnesso ---<:0·
me od esem pio nell caste lli e re dello Rocco (Tov. I, fig . 3) e in quel·
lo tuttora ined ito del M. Cas tello (Bu rgsta ll) sopra Ponte Novooppu re le sole fondaz ioni appeno affioranti dal suolo, come su l colle
di S. Pie t ro a Fiè (Hg 1).
Non s arò mol e acce nnare qui, o proposito di ques t'ultimo cos ·
telliere, che molto spesso sulla sede di questi anti chi abi tati ven ·
nero cost ruite fortificaz ioni romane, barbariche O medioevali (si
veda od esem pio il Costel feder presso Oro in Val d'Ad ige) (Tov.
I, fig . )) o ch iese, per lo più dedicate o S. Pie tro, u tilizzando i ma·
teriali delle murag lie prei s toriche e causandone quindi IO piu O
meno tota le sparizione.
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lO
. P. LEONARD I
In a ltri cosi lo distruzione dei volli è dovuto all'utilizzazione
delle pietre da parte dO!i contadini per costruire i muri o secco che
delimitano i pascoli e le culture. Ciò è avvenu to od esempio --o
Quanto mi assicurano gl i abi tanti del posto-- su l Dos Zelòr in Va l
di Fiemme, su l quo le restano ben sco rse trocce dell'originario volla
perimet rale.
Le abitazioni in generale erono mol to primitive. Ve ne sono di
vari ti pi, o pian to quadrangola re e o pianto circolore o ellittico. Le
pri m e ovevano per lo più una base in muraturo di pietre con o sen ~
zo mol to ed erono costru ite per il resto in legname a naloga mente
a molti fienili a ttuali dello zona (ba ite ) con i qua li ques te a ntiche
abitaz ioni dovevano avere molti pun ti in comune (Tov. II I, fig . 3).
Fig. 9.-CovoH ino di bronzo con iscrizioni dell o stlpe votivo di Sanzeno. (00 G.
Roberti, 1950).
Non manca qualche esempio di vere costruz ioni in muro tura. Presso Br·essanone ne furono ri nvenute alcune de llo base di m. 5-8 per
2 e con muri che roggiugono l'altezza di m . 1'70. Qualche vol to
esse erano apoggiote con un lo to c lio roccia, che risulto inciso in
corrispondenza (Tov. III, fi g. 2) . Le dimension i sono varie. Quelle
do me scava te sul Dos Zelòr presentano de 3 o 5 me tr i di loto.
Le capanne a pianto circolare per lo più non hanno base in mu ra lura, ma erano semplici buche scovate nel te rreno ricoperte probabilmen te do un tetlo conico di rami e frasche, e presentano notevoli analogie con i classici "fondi di capanne" di molti insediamenti preistorici dello pianure veneta e padana. A questo tipo op-
•
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CASTELLIERI DELLA VENEZIA TRlDENTINA
11
partengono le abi taz ioni del piccolo castelliere dello Rocco (Tav.
III , fig . 1). Esse dovevano presentare notevoli analogie con certe
capanne attuoli della Lapponia (fig. 8).
I vari tipi di capanne risultano talora associa t i. Nei tempi più
antichi le abitazioni erano tutte comprese en tro il volla. Ma coli'
aumen tare de lo popolazione lo sommità dei colli non fu più sufficien te o con tenere l'abitato, e ques to si espanse sui ripiani e sulle
pendici circostan ti, dimodachè il castelliere vero e proprio venne o
rappresentare soltan to il ricovero in cui si rifugiavo lo popolazione
in coso di pericolo. Un tipico esempio ne è l'insediamento del Dos
Zelòr in Val d i Fiemme, in cui il castelliere sullo sommitò del colle
risponde appeno od un quarto dell'areo raggiunto dal villaggio in
epoca romano.
In generale questi caste ll ieri venivano cost ruiti in prossimità
di sorgenti o ruscelli in maniera do po ter disporre perennemen t e
del prezioso elemento. Non mancono però esempi di cavi tà naturali o artificiali nell'ambi to del volla, che eviden temente dovevano
servire per roccogliere l'acqua piovono in tempo di assedio.
•
Non ci sono noie frequentemente le necropofi dei vari cas tet lieri, dimodochè abbiamo notiz·ie meno abbondan t i di quanto si
posso ritenere sui riti funebri delle relative popolazioni. A ciò si
aggiungo che in generale le sepolture preistoriche e protostoriche
atesine sono assai poW!re di corredo, dimodochè spesso non ne è fa ci le il riferimento cronologico.
Nelle necropoti riferibili 0110 popolazione vene to prevale il rito
dell'incinerazione . I res ti dei cremati venivano deposti in piccole
ciste di las.lre di pietro oppure in vasi di terracotto. Uno dei più
classici esempi di necropoli con sepolture di incinerati è quella scoperto o Monguelfo in Pusteria, che comprendevo 25 sepolture.
Non mancano però esempi di sepolture secondo il rito dell'i nu mazione, che va anzi diffondendo5i nella regione verso lo fi ne del
periodo di Lo Tè!1e e nel periodo romano. Citarò il classico esempio
de llo sepol tu ra doppio di Stufon presso Ortisei in val Gardena (Tav.
IV, Hg . 3) e della piccola necropoli di Costello di H .:!mme (fig . lO)
(via Avisio) e di Cavalese (via Pasquai), quest'ultima .riferibile al
IV secolo d . C.
In Cjues te necropoli gli inumati sono distesi supini con le brac cia di stese lungo il corpo o incrociate' sul tronco.
Dello religione degli abi tatori dei castellieri, e in generale delb
regione atesina abbiamo testimonianz-e abbastanza notevoli e spes -
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P. l.fONAROI
so molto suggest ive, che trovano riscontro nel substrato di alcune
t ra le più poetiche leggende ladine.
La più caratteristico è certamente costituita dalle famose statue -mznhir, (Tav . IV, fig. 4-5) che scoperte dapprima o Lagund:::l
(Algund) e a Termeno (Tromin), sono stat e recentemen te rinvenute oncl-re presso Bolzano (3) .
•
Questi importantissimo repe rti, che venivano t empo addielri)
riferiti all'Etò del Bronzo o addirittura all'Eneolitico, sono attuol·
mente - più a ragione e parer nostro-- attribuiti all'Età del Ferro
o 01 massimo 01 periodo di t ronsizion'e tfO Bronzo e Ferro.
Vanno poi r icorda te le abbondon t i 91ipi votive, costitu ite do
oggetti fittil i o met a ll ici. T ra quest'u l tim i VOnr'lO ricordati i piccoli
Fig. le. -Scheletro dello piccolo necropoli dì Costello (Val dì Flemme). Il cranio
ero stato osportoto do .... no scovo precedente.
•
bronzi con in teressanti iscri zioni di Sanzeno (fig. 9) e do migliaio
di anelli bronzei scoperti nel 1831 presso S. Maurizio (Moritzig) in
prossimità di una sorgente sulfurea.
Tra gli anlichi santuari dello regian2 atesino merito un cenno
particolare quello, già citato, scoperto su llo sommità del M . Costello (Burgstall ) nel gruppo dello Sciliar, per lo suo quoto eccezionalmente elevato di m. 2.5 1O s. m ., in cu i vennero riscontra le indubbie test imon ianze di r iti religiosi consistenti nell'accensione di
enorm i rogh i, su i quali ven ivano bruciati animali per lo più doma:itici, e in libagion i con caratteris l ici boccoli rost rati (Tav. V, fig . 6).
Secondo G. Inn2rebne r uno no tevole tes timonianza dello reli gione al toatesino de'Età del Ferro sarebbe costitui to da l castelliere del Jobenbuhe l presso Mon t icolo, il quale in realtà non rappresen terebbe un fortilizio, ma un luOgo di culto .
Infatti il muro perimetrale oltrechè essere cos tituito con eccezionale perizia tecnico (Tav. Il, fig . 1), presento uno s tranissimo
•
131 Debbo Quest' .... lt imo segnolo1.ione 0110 cor tesia del Pro '. Rmmo, direllore
del Museo Civico di 8ol1.ono.
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I CASTELLIERI DELLA VENEZIA TRIDENTINA
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pian to, con un prolungamento, uno specie di via d'ingresa fianch eg ·
giato do mu ro, il cui asse nel Irotto inierno indico il punto dell a
levato del sole n2 1 solstizio inverna le, e nel trotto esterno mostro
lo corrispondente direzione del tramon to (fig. 7).
Sembro del resto, sempre secondo G. Inne ~ bne r , che l'ostrono ·
mio -probabilmen t e in relazione col culto- fosse già alloro col ti'vota , e che esso abbia de "~rminoto, anche in al t ri cosi, part icolari ori-en tomenti delle opere murarie o addirituro lo scelto del lua
go d'insediamento de i castellieri.
Fig. I I . -Elmo in feno di t ipO celtico rinvenuto o S. Mou, l:. io. IDa P. LoviO"..o.
Zomboni, 1(38).
l! probabil e che abbiamo in relazione con rit i religiosi le fre quenti coppel le tuttora conservate sulle superfici rocciose l-evigate
dai ghiacciai o su mossi isoloti, 2 cert i canaletti, pure incisi sullo
roccia, che ·non raramente sono collegati con le coppe ll e.
Meno chiaro è il signi f icato di alcuni p,~trog1i t i, che pur non
raggi ungen do neanche lontanoment e lo ricchezzo e lo eleganza di
quelli de llo Val Camonica, sono sta t i segnalati qua e là nello V olle
dell'Adige e nelle volli vicine.
Ricorderemo tra ques t i gli strani grafiti rami ficot i do me scoper ti nel Das Zelòr in Val di Fiemme (Tov . IV, fig . I) e quelli u ltimam ente individuoti pure do me nelle ad iac:mz e del Cas telfeder
presso Mon tagna in Val d'Adige (Tav . IV, fi g. 6) .
Circo lo vito priva to e le usanze d~i costricoli a tesin i lo s tudio
dei materiali provenienti do casuali rinvenimen ti e sopratulto do
scovi regolari ci fornisce dot i abbas tanza abbondanti e precisi.
-
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14
p, t.,EQNARDI
Lo suppelle ttile sia fittile che metallico rivelo un livello culturale notevolmente elevato, specialmente nella secondo Età del
Ferro, nelle vallate principali (Valli dell'Adige e dell' lsarcol e nell '
Anaunia (Val di Non), che per lo suo grande fer tilità e per lo SU;)
posizione o cavallo di uno linea di comunicazione ossoi importante
nello preis toria e prctostoria tra lo Lombardia e lo conca di Bolza -
no, dovevo godere di un granae benessere.
Fig. 12. _ Ri cos tru:;ione dello cisto figurato di bronzo
100 P. Lo vioso Zembo!", 1938).
loml ~o lO
di S. Ma uri zio.
Lo ceromica della seconda Età del Ferro raggi ung e una perfe zione tecnico assoi notevole e uno eleganza di sagome 'c di ornati
veramente deliz iosa nei suoi tre tipi fondamentali di Sanzeno (f ig .
13). di Meluna (Tav. V, fig . 5) e di Luco (Lauge n). Ques t'ul ma tipo di ceramico, derivante del secondo per gradual e evoluzione, pe r lo fil")!!zza dell' imposto buccheroide e per lo nobtltò d211a
conformazione e degli ornati raggiunge un livello veramente ele vato (Tav. V, fig . 6).
-
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I CASTELLIER I DELLA VENEZIA TRIDENTINA
15
Anche lo recnico dei metalli si dimostra assai progredita fin
dall'Età del Bronzo con utensili enei vari (coltelli, rosai, aghi, crinali, armille), ma sopra tutto con le oscie od alette, con i pugnali
e con alcuni magnifici esemplari di spade (noto sopra tutte quello d i
Siusi ), che però non è afatto escluso vadano in porte riferiti 0110
la Etò dl!1 Ferro per il ben noto fenomeno dell'attordamento cultu rale nelle valli alpine.
Nell'Età del Ferro, e specialmente nel periodo di La Tène i ma nufatti metallici (fibule tipo Certosa e Lo Tène, pendagli, ascie,
aghi, armille, ecc .) divengono particolarmente abbondanti e pre gevoli, e comprendono -fra l'allro--, alcune ciste e situle in bron-
Fig. 13. -Vasa fittile di Sanl.cna. (Da P. la ... i~-ZQmbon i , 1936).
zo laminato e lavorato o sbalzo che presentano strette analogie
con famosi e.gemplari delle culture atestino ed et>rusco, ed hanno
un enorme interesse anche dal punto di visto documen tario p!r i
costumi e le scene che rappresentano (fig. 12) .
Gli scavi compiuti recentemente ci donna notizie anche sulle
abitudini culinarie dei castricoli atesini. Nelle sta zioni preistoriche
abbondano le osso di animali, per lo più spezzate, evidenti rifiuti
dei posti. Tra gli animali rappresentati prevalgono nettamente i
domestici (pecora, copro, bue, maiale) ma non monco qualche rappresen tanza dei salvatici, consisten te per lo più in osso o corno di
cervo e d i stambecco.
Risulto dunque eviden te che le' popolazioni atesine dell'Età del
Ferro praticavano su largo scolo ,'allevamen to del bestiame, pur
-
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16
P. l'EONARDl
non trascurando lo caccia ai nobili abitatori delle selve e dei
monti.
Circo l'epoca di fondazione dei castellieri abbiamo ancora ben
scarsi dati, perchè finora sono pochi i castellieri nei quali sono stati fotti scovi m etodici con criteri strot ig rofici .
Come abbiamo già accennato, i più antichi insediamen ti umani nella Venezia Tridentina sembrano risalire a lmeno all'Eneolitico. Ma non ci sono elementi precis i per stabilire che i cara tterist ic i
villaggi fortificati di cui ci st iamo occupando risa lgono o quest''èpoco. Si può invece ritenere abbas tanza fondota lo convi nzione ohe i
più anti chi castellieri siano stoti fondati nell'Età del Bronzo, in
quanto nei res ti cul turali rinvenuti in alcuni insediamen ti d el gene·
re figurano alcuni repert i - sca rsi a dire il vera- ch e tipo!ogicamente sono riferibi li all' Età sudde tto (4) .
Lo maggior porte però delle opere murori e e dei resti culturali
dei castelli eri sono riferibi]j all'Età de l Ferra e sopra tut to 01 periodo di Lo Tène, e lo assaciozione - constatata anch e da me pe rso·
na lm en te- di monete romane de l periodo impe riale (fina 01 IV
secolo) a i res ti culturali del III periodo Lo Tène nei fond i d i capanne di alcuni castelli eri (Tav. V" fig . 5-6) d imostro che qu esti inse diomenN prosperarono conservando lo cultura ind igena fino a i primi secoli d. C.
Non in frequentemente i rest i dei castell ieri presen tano tracce
indubbie di incend io, e mostrano che l'insediamen to ha avuto fine
con catastrofi de l genere, mancando tes timonianze cu lturali dei
secoli successivi. Per esempio sul Dos Zelòr, in cui tutti i fond i di
ca pan n~ mostrano uno strato di ca rboni, evidente prodotto del crollo dell e soprastrutture lignee carbanizzote, non c'è alcun repert:l
a ttri buibi le a secoli successivi 01 IV d. C.
In altri cosi, come giò si è accennato, ag li oppido romani, che
già si erano sovrapposti a i castellieri preistori ci, successe ro forti lizi barbarici e costelli medioevali , pe r lo cui cost ruzione vennero
utilizzati i materiali dei volli -preistorici .
Non si honno ancoro idee molto chiore sulle popolazioni cui sono dovuti i Costelli eri dello Venezi a Tridentina e che hanno cer tamente appartenuto o stirp i d iverse nel corso del tempo.
(4) Ancne o questo proposito è bene però tener presente il giò occenno to fenomeno dell'ollordomento culturole. in conseguenzo del quole non si può ollribu ire o questi ri t rovoment i u n volore ossolut o.
-
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100 -
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I CASTELLIERI DELLA VENEZIA TRIDENTINA
11
AI subs lralo originario schiettom·: le m : iterroneo con eviden ·
m
d
ti influssi delle civi ltà polafitticolo e terramaricolo della pianura
pedana, si savrapposero successivamente -tralasciando minori
ondate m igrotorie- più o meno chiaramente conosciute, come
quel la che ci ho lasciato i ben noti "compi di urne" (5).
Vene ti e Ga lli, i quali, più o meno amalgamat i tra loro e con
il sudde tto substrato, vennero o cos tituire 0110 fine dell' Età del Ferro
--01 periodo cu lm inan te dello sviluppo dei castellieri- una popolazione piuttosto et erogeneo che viene comunemen te indicata con
lo denominaz ione di Reti, nello cui cultura risul tano ossimi loti, ta lora con no tevoli attardamenti, e ,i elaboro ti in fu nzione dell e ca··
rolteris t iche a mbien toli, elemen ti propri delle successive onda t e
cu ltu rali, e di popolazioni fi nitim e (fig. 11) .
Le nostre conoscenze su ll e antiche popola zioni della Venezia
Triden t ino ri mangono tuttora alquanto locunose, doto che fino od
oggi g li s tud i si sono lim ita t i per lo più a ll'esame di ma teria le raccol to casua lment e.
!: sperobil e che vere campagne sistematiche di scovo, condo tte
con severi criteri stro t igrof ici nei numerosi caste llieri ind ividuati
nell'Allo Ad ige e nel T rentina, ci consentano di risolvere i numerosi problem i che rimangono a ncora insaluti 01 riguardo di queSit i caratterist ici insediomen t i preistorici e protostorici dell e Al pi T rident ine.
151 Secondo recenti $100' onche questo ondolo migro lorio dell'Etò del 8ron10
medio-$uperlore sarebbe riferibile oi Vene li.
Vedi; G. B. PELLEGRINI : " A ptoposito dei Veneli" , pag. 3 dell'eslr.
-
10 1 -
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18
P. LEONAR DI
B CB L I O G R A F [ A
Il
21
3J
41
51
6,
71
81
91
BALLE STER TORMO, I. - El code llet del Po ,quel; numero l 'd e lo Serle de
Troba,os Vofi O$ d el ~y kjo de Investigoci6n Preh iSlor ica, Vo1enclo,
1937.
LOI ce.ornica. ibérlco, o. coiunh!1 va le nciana.; numero lO de lo Serie
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BATTAGLIA, R. - Necrop oli .. cOl te llie.; de ll'EIc. de l Ferro de l Cornoro; B.... n
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Rin yc nim e nti p.eisto.ici . omoni e medioevali nel10 Nonnio; ib ld .
1904 .
IO,
III
121
131
141
151
161
i1)
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641
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LEONARDI .-Cal tellie ri dello Venezia TridenlinG
lAM . I
, - --
I - Vcd!.lta del Cos lel lcd er presso Ora in Val d ' Ad ige. FaI. P. Leonord ,.
2 . -1i Dos Z elòr pre~50 Cos tella in Voi d i Fiemme (Trenlino) . Fa I. P. leonord i.
_.- Rest i di muro del cast elli ere de l M. Rocca (m. 2439 s. m .). Fot . P. l eonard i.
4 . - Pendoglio d i bronzo del Dos Zelòr.
[page-n-106]
LEON AROL_ Calte Ui e, j dell a Ve nn ia T , ide ll t ina
LAM. II.
1
5
I. IV .. a del cas tell iere Jabenbu hel pr~sa Mon licala jAlto Ad Ige!. Fot. G.
Inneleboer.
2. MUlo del cas lelllere S,",chkopf pr~so Merano (Alto Adige!. FaI. G. Innerebner.
3. Muro del castell iere di Lambrechl presso AppIano (Alto Adig e\. FaI. G.
Innerebner.
4.- Pcrle d , cotl ano del Dos Zelor (Trl1ntino l.
5.-Flbul a romano di bronzo del Dos Zelòr.
[page-n-107]
'J<;llaZ soO '0110:> DJJal 1,.11 O!Op:l1 ap osad- '!;;
'(OU!I UilJjj J<;llaz scO lap ouow o oU!lnw 'p o IUaWWOJ::I- ' v
'iPJDU0iI1 ' d "\0::1 "au,!J. 01 'p opo,jad lau pawa l SoJ iap iUO!Z
-0l!qD allap oapi,un aJop <;lnd a..,p '(a6!PV o l IV ) ou6op,,~ ossaJd ol iDa- "E
'!P,OUDa-; "d "\0::1 "(oU !IUaJ.l) J<;llaZ sOO lap DUuodo:> iP 0PlJo::l - "Z
"!P,DIJO", "d "1°::1
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'III 'W"'1
[page-n-108]
LEONARDI ._Costelli et. dello Venni. Trldentino
.-Pelroglifi del 005 Zelo, (Trent ino)_ Fot. P. Leonardi.
2.--Coppelle sul fondo di Una capanno del Dos Zelor. Fot. P. Leonardi.
3.- Doppia sepoltura di Stufan in Val Gardena. Da V. Filippone 1942.
4.-Slalua-menhir di Lagundo pressa Merano. Do P. Lav;osa Zambo!!; 1938.
5.- Slolua-menhir d i Termeno (Alto Adige). Do P. Lav ioso Zomba ni 1938.
6.- Pelroglifi presso COSlelfed er in Val d'Adige. FaI . P. Leo·ardi.
LAM. IV.
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U ONARDI ._ e/lilI, III,rl d, Ila VOllllla Trldonlhlll
LAM. V.
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1
2
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I.- Muro d'angolo del ~ a$ t elhere del M . Rocco (m. 2439). Fot. P. leonordi.
2.- Pendoglio di bro nxo del DOs Zelòr (Tren tino).
3.- 0110 fin ile del Dos ZelÒr.
4.- Voso fi!!ile del 005 Zr.lòr.
5.- Boccole fi' ''' e di Meluno IMeloun). Do P. lovioso Zomboll i 1936.
6.- Boccale buccneroide del M. CO$, ello su llo Sciliar. R i~O$ trux ione dell'ou .
lore.
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,"AM. VI.
LEONARDI.-Ca, lell llrl della Venu:la Trldl ntlno
2
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6
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9
I . -Ascio di bronzo rinvenuta presso Costello di Fiemme (Trentino l.
I.- Spada di bronzo rinvenu to presso S,usi 0110 base dello Sciliar. Do P. Lo*
vioso Zomboni 1938.
3.- Asc io di bronzo rinVenUla presso Coslello di Fiemme {Trentinol.
"'.- Fibulo in bronzo del [)os Zelòr (Trenlina).
5.- Mone lo di Costan tino rinvenu to sul Dos ZeIÒf.
6.- Moneto d i Anton ino del Dos Zelòr.
7 . -Spirole di bronzo del Dos Zelòr.
B. -Armi ll a di bronzo dello ne<:ropali di Vio Posquai o Cavalese (Trent ina).
9 .-Chiave roma no del Dos Zelòr.
IO.- Pugnaletlo di bronzo del M. Rocca (m. 2439 1.
10
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